IL LINGUAGGIO DEI SEGNI È SCRITTO NEL NOSTRO DNA
Che cosa ha spinto l’uomo delle caverne a realizzare i primi disegni? Perché avrebbe scelto il linguaggio dei segni?
I due neurofisiologi David Hubel e Torsten Wiesel, premio Nobel per la Scienza, hanno scoperto che i neuroni della corteccia visiva rispondono in particolare al contorno degli oggetti e alle linee principali di cui è composto, i segni quindi sono un linguaggio primitivo proprio del nostro sistema nervoso. In poche parole il nostro desiderio di comunicare attraverso segni e immagini sarebbe scritto nel nostro DNA.
Forse è anche per questo che in tutta la storia dell’arte si sono susseguiti periodi in cui la rappresentazione pittorica era dominata dal segno, utilizzato per esprimere un concetto, un’idea o una storia.
Provate a pensare alle pitture rupestri, a quelle degli antichi egizi o ai reticoli di un pittore astrattista del Novecento come Piet Mondrian.
Non vi sembra ci sia qualcosa in comune tra queste espressioni artistiche apparentemente così lontane e diverse tra loro?
È sempre il segno l’elemento ricorrente utilizzato dall’uomo per comunicare nel corso del tempo, questo perchè il nostro cervello ha una capacità innata (configurazione fisiologica) di percepire le linee e i contorni come elementi primari che solo in un secondo momento vengono collocati nello spazio e percepiti nella loro forma completa attraverso l’esperienza e la memoria.